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Green Revolution: Cos’è e come si evolve la rivoluzione verde?

Green Revolution: Cos’è e come si evolve la rivoluzione verde?

In tema di sostenibilità ambientale, si sente spesso parlare di Rivoluzione Verde. Ma cos’è nello specifico? Da dove deriva la sua storia e com’è cambiato il concetto negli anni?

Con il termine Rivoluzione Verde si fa riferimento al rinnovamento delle pratiche agricole iniziato negli anni 40 in Messico. Un rinnovamento che ha avuto un enorme successo e che ha portato alla diffusione su scala globale delle tecnologie proposte dalla Rivoluzione Verde, meglio conosciuta come Green Revolution.

Norman Borlaug: l'ideatore della Green Revolution

A dare il via a tutto questo è stato l’agronomo Norman Borlaug, che dopo la seconda guerra mondiale, decise di sviluppare una varietà di grano ultra resistente in Messico. Dando via alla Green Revolution che lo portò a vincere il Premio Nobel per la Pace nel 1970 per il suo ruolo nella lotta alla fame nel mondo. Si dice che proprio grazie alla rivoluzione verde Norman Borlaug abbia salvato più vite di qualsiasi altra persona al mondo.

La necessità di una nuova Rivoluzione Verde

La prima rivoluzione verde, promossa da Norman Borloug, ha dunque inaugurato una serie di nuove tecnologie che hanno decisamente aumentato i raccolti, soprattutto nelle aree più povere della terra. Poco alla volta però il tasso di aumento dei raccolti ha iniziato a ristagnare e le recenti soluzioni per aumentare il rendimento sono state accompagnate da nuovi problemi. I pesticidi e i fertilizzanti che hanno contribuito a evitare le carestie hanno anche comportato alti costi finanziari e ambientali. Inoltre la popolazione mondiale è cresciuta più velocemente e il cambiamento climatico ha introdotto una nuova serie di sfide.

Green Revolution 2.0

Ed è proprio in questo contesto che il concetto di Green Revolution si rinnova. Oggi si parla infatti di Green Revolution 2.0. Un’evoluzione della rivoluzione verde originale che fa i conti con gli attuali problemi del pianeta e cerca di proporre soluzioni adeguate al periodo storico che si sta vivendo. Queste tematiche sono state oggetto di un importante studio della National Academies of Sciences, Engineering and Medicine che ha redatto un interessante report sulla connessione tra sviluppi scientifici e sostenibilità

Science Breakthroughs 2030

Nel 2018 la National Academies of Sciences, Engineering and Medicine (NASEM) ha presentato il Science Breakthroughs 2030. Con questo rapporto ha messo in luce l’importanza di sviluppi scientifici relativamente nuovi in tutte le discipline che potrebbero accelerare il progresso verso gli obiettivi della Green Revolution. Il rapporto identifica, nello specifico, le scoperte scientifiche più promettenti che potrebbero avere il maggiore impatto positivo su cibo e agricoltura e che è possibile ottenere nel prossimo decennio (entro il 2030).

Science Breakthroughs 2030 ha raccolto il contributo di quasi 150 ricercatori e parti interessate per determinare una visione che capitalizza le tendenze emergenti, incoraggia una maggiore ricerca interdisciplinare e informa le decisioni dei responsabili politici e dei leader accademici.
Nello specifico, negli Stati Uniti, più di un terzo del cibo prodotto non viene consumato, una perdita inaccettabile di cibo e sostanze nutritive in un momento di accresciuta domanda alimentare globale. L'aumento della produzione alimentare di animali per soddisfare una maggiore domanda genererà più emissioni di gas serra e rifiuti animali in eccesso.
Le scoperte scientifiche per far avanzare la ricerca alimentare e agricola entro il 2030 identificano progressi scientifici innovativi ed emergenti per rendere il sistema alimentare e agricolo statunitense più efficiente, resiliente e sostenibile. (Fonte: NASEM )

Verso un sistema alimentare più sostenibile

“Il mondo ha a disposizione - o è in procinto di avere - la tecnologia necessaria per permettere a dieci miliardi di persone una nutrizione sostenibile.” (Norman Borlaug)

Proprio in quest’ottica, i ricercatori dell’Università di Copenaghen hanno indetto un’importante studio e immaginato un ecosistema di soluzioni. Le tecnologie future e l'innovazione sistemica sono fondamentali per la profonda trasformazione di cui ha bisogno il sistema alimentare. Queste innovazioni spaziano dalla produzione alimentare, all'uso del suolo e alle emissioni, fino al miglioramento delle diete e della gestione dei rifiuti. Quasi 50 scienziati hanno individuato 75 innovazioni tecnologiche emergenti, valutato la loro prontezza e proposto otto punti di azione che potrebbero accelerare la transizione verso un sistema alimentare più sostenibile.

Lo studio dell'Università di Copenaghen: 8 punti

Lo studio, pubblicato da Nature Food, risponde al nome di “Innovation can accelerate the transition towards a sustainable food system”. Sostiene che la velocità dell'innovazione potrebbe essere aumentata in modo significativo con incentivi, regolamenti e licenze sociali adeguati. Questi, a loro volta, richiedono un dialogo costruttivo con le parti interessate e chiari percorsi di transizione. Ecco, nello specifico, gli 8 punti che potrebbero accelerare la transizione verso un sistema alimentare più sostenibile.

1. Trasformare le mentalità per abbracciare il cambiamento
2. Ricercare il consenso sociale all’innovazione
3. Garantire cambiamenti nelle politiche e nei regolamenti a supporto dell’innovazione
4. Introdurre incentivi di mercato che promuovano l’innovazione
5. Contrastare gli effetti indiretti e indesiderati come il degrado ambientale
6. Garantire finanziamenti stabili per la ricerca e lo sviluppo dell’innovazione e della diffusione nella società
7. Creare fiducia tra gli attori del sistema alimentare
8. Sviluppare percorsi di transizione attraverso i quali la società può muoversi verso un sistema alimentare più sostenibile

(Fonte: Nature Food )

La necessità di nuovi sviluppi tecnologici atti a far avanzare la ricerca alimentare e agricola è dunque un tema su cui gli scienziati di tutto il mondo stanno lavorando. La Green Revolution 2.0 si pone obiettivi ambiziosi, contribuiamo a anche noi con piccoli gesti quotidiani a sostegno dell'ambiente. Think Green, Act Green!